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GhiaccioMontagna

Presanella e sicurezza

Sicurezza precaria…

Una domenica di quest’estate mi trovavo nel gruppo delle Dolomiti del Brenta con la mia figlia più grande. Quest’anno ci sono già stato parecchie volte ma lei ancora non ci aveva messo piede.

Intorno alle dieci, quando eravamo già ad una buona quota (per chi conosce: poco sotto la Bocca di Brenta), abbiamo notato un insolito via vai di elicotteri, non solo i nostri gialli del soccorso ma anche quello di Bolzano di Aiuto Soccorso del veterano, collega e guida alpina Kostner.

Al ritorno la notizia devastante di quanto accaduto sulla Cima della Presanella situata proprio di fronte a noi: tre morti (madre, figlio tredicenne e un amico) e altri sei feriti, alcuni in modo grave!

Avevo programmato il giorno prima la salita di questa cima ma, la telefonata di mia figlia mi ha fatto optare per altra scelta a lei più consona per questioni tecniche e di allenamento.

Non è stato il solo incidente della giornata e non sarà neppure l’ultimo di questa “strana” estate ma, questo è accaduto su un percorso che ho fatto decine di volte e non più tardi di 10 giorni prima avevo fatto notare la pericolosità di questo delicato percorso personalmente e sui media!

Ora, quando una cosa di tale portata coinvolge delle famiglie, genitori, amici e appassionati, ci si deve unire nel rispetto della loro sofferenza ma, purtroppo da anni lo dico e da anni vedo che è sempre più trascurato il concetto: un incidente deve servirci per imparare! Come non far tesoro di errori, mancanze, sviste, incurie, leggerezze, …?

Certo tutti erano preparati, tutti erano equipaggiati, tutti insomma sapevano il fatto loro ma, se soltanto avessero applicato minimamente quello che nelle scuole si insegna, tanti incidenti non sarebbero successi, tante disgrazie sarebbero state evitate, tanta sofferenza non ci sarebbe stata!

Il prossimo anno festeggerò i 50 anni di alpinismo, sia pure con interruzioni e da quando ho iniziato ad insegnare ad andare in montagna, sempre ho detto: “Cosa succede se … ? Quindi si devono prendere provvedimenti! Sia pure nel limite del possibile!

Cosa succede se in roccia cado?   Mi sono legato correttamente? Mi sono assicurato alla parete? Ho ridotto le possibilità di caduta?

Cosa succede se scivolo su ghiaccio o neve dura? Mi sono legato correttamente? Mi sono assicurato con chiodi da ghiaccio? Ho ridotto le possibilità di coinvolgimento di altre persone?

Ancora prima: Cosa faccio se mi coglie il maltempo? Sono sufficientemente equipaggiato? So dove posso trovare un rifugio, un bivacco, un luogo dove ripararmi? Ho evitato di partire in caso di previsioni dubbie ed ho cercato conferma dal meteo locale e dalla visione delle condizioni del momento?

E se accade un imprevisto: Come devo affrontare un’emergenza? Sono in grado di intervenire con esperienza, preparazione ed addestramento? So come devo fare per allertare i soccorsi? So come ridurre gli effetti della precarietà del luogo e delle condizioni delle persone?

Potrei dilungarmi anche oltre cercando di spiegare meglio ogni contesto ma, lo spazio non consente se non sollecitare ogni persona che si trova a frequentare la montagna a fermarsi a riflettere sulle questioni base: quanto ci tengo alla mia incolumità e a quella dei miei compagni? Se ci tengo almeno un po’ forse è il caso che ritorniamo a mettere in evidenza quei valori fondamentali ormai dimenticati: umiltà, altruismo, disponibilità, rispetto, osservazione, …

La frequenza di un corso oggi non basta! Ci vuole anche una buona dose di esperienza per frequentare in modo serio la montagna! Non chiamiamola assassina, maledetta o altro! Lei non fa altro che adeguarsi alle condizioni che ogni anno cambiano rendendola unica in ogni contesto specifico.

Imparare a capirla e rispettarla non è che il primo passo per integrarsi con essa, utilizzare le risorse che ci offre per restituirci valori ormai persi!

Non può essere a nostra disposizione per ogni bisogno di emozione, conquista, vittoria, voglia di supremazia o altro, lei vince sempre, sta a noi far parte della sua vittoria, del suo fascino, delle emozioni che ci dona, anche se è severa, anche se a volte deve offrirci il lato più duro!

Il nostro essere alpinisti gratificati e integri dipende ancora da noi, non da lei!

Buone montagne!

 

fiorenzo

Libero Professionista. Mi occupo da decenni di sicurezza sui luoghi di lavoro (D.lgs 81/08) e altro. Appassionato di montagna (ho insegnato alpinismo nelle scuole del CAI come Istruttore Sezionale, Regionale e Nazionale). Sono iscritto alla SAT (sez CAI).

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