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Montagna

Pensiero antico

Cosa spinge una persona ad andare in montagna?

Si, direte voi c’è chi ama il mare e chi la montagna e quando vuole andare in vacanza se ne va o laddove può trovare una spiaggia o laddove il terreno sale e forma boschi, valli, roccia e ghiacciai perenni.

Ma io intendo: “Perché una persona decide di andare in montagna sempre, ogni qualvolta ne ha il tempo e lo desidera?”.

Non volgi ricercare cause psicologiche o sociologiche o storiche o altro che riguardano la stragrande maggioranza di persone che la frequenta ma, voglio solo portare la mia esperienza, raccontare ciò che mi ha spinto a concludere che: “La montagna è la mia vita!”.

 

Come ogni esperienza forse vanno ricercati i motivi nella propria infanzia (vi racconterò di quella volta che …), sta di fatto che all’età di 14 anni frequentai un campeggio estivo e un tale mi disse: “Domani andiamo a fare una via ferrata!”.

Cosa la mia fantasia potesse immaginare a quel punto, di certo non aveva niente a che fare con l’alpinismo o con pratiche simili! Per me la via ferrata erano solo i binari del treno ed ho pensato: “evidentemente andremo a fare una passeggiata dove arriva un treno!”.

Quando il mattino dopo ci trovammo davanti ad una parete pressoché verticale ci spaventammo tutti quanti (eravamo una bella compagnia) e alcuni mormorarono non troppo sommessamente: “Io da li non salgo!”.

Notai però che, dalla parete spuntavano dei ferri che immaginavo potessero aiutarci a salire.

Tra i prescelti a fare da “Primo di cordata” ci fu un tizio che, a mio modesto parere, sembrava sufficientemente abile a manovrare corde e fare nodi e quando chiese: “Chi si lega con me?” mi affettai ad accettare l’invito. Era il tempo in cui le ferrate non erano poi così sicure e attrezzate, le attrezzature poi, non erano quelle attuali e quindi i principianti venivano legati in cordate da quattro o cinque e con corde che al tempo erano da 40 metri.

 

Si procedeva a bruco apprendendo i rudimenti dell’assicurazione a spalla e salendo … immaginerete sicuramente a quale velocità! Ci mettemmo un eternità ad arrivare in cima al pianoro sommitale (vi era una cima ma poco significativa vista da lassù).

 

Dopo pochi “tiri” di corda, ligio all’avvertimento di non guardare giù ma lontano, si impadronì di me una sensazione gratificante, una felicità appagante, un emozione radicante che fece nascere un idea che cambiò la mia vita e pose delle basi importanti per il mio futuro.

Nacque la convinzione che io avrei continuato a fare quelle cose, la mia vita doveva essere caratterizzata da quello. “Ecco, questa è la mia vita! Continuerò su questa strada! Chissà cosa e dove porterà ma io ci dovevo provare!

 

In cordata con me si lego pure un prete, un tipo un po’ strano. Nel tempo infatti diventò un prete operaio (a quel tempo c’erano alcuni casi simili) continuando il suo apostolato in quel modo fino a quando ne ho avuto notizie.

Questo particolare però non fu irrilevante, a parte il fatto che continuava a cantare per attenuare la paura folle che si era impossessata di lui ma, la presenza di un elemento che sottolineava la mia estrazione religiosa, il mio vissuto, il mio credo, pose basi per definire la giusta collocazione anche delle scelte future: l’importanza di scoprire Dio attraverso il creato e ritrovarmi spesso con Lui lassù e donare parte della mia esperienza a favore degli altri.

 

Arrivato comunque “In cima” i più grandi si affannarono a cercare una pietra e a costruire un altare sul quale detto prete celebrò la messa. E si, si era premunito di portare l’occorrente per la celebrazione e questo fu uno dei ricordi più belli che io conservo.

 

Iniziò poi il momento delle discesa. Praticavo atletica leggera e non avevo certo problemi di fiato! Seguii pertanto i più veloci nel prendere un canalone che avrebbe portato sul sentiero di ritorno, contrariamente ad un lungo e noioso giro su tutto l’altopiano come hanno fatto i più!

E ancora oggi, appena posso prendere un ghiaione, uno scivolo veloce o qualcosa di simile, lo faccio con immenso piacere, lasciando lassù i più timorosi!

 

Da quell’esperienza ne è passata di acqua sotto i ponti, la vita non è sempre stata generosa e non ho potuto compiere tutto quello che avrei voluto ma, gli anni passano, il fiato e la gamba non è più quella di un tempo ma, mai potrei rinunciare a rifugiarmi lassù ogni qualvolta ne senta il desiderio e il bisogno di “riempirmi” di monti!

 

fiorenzo

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    fiorenzo

    Libero Professionista. Mi occupo da decenni di sicurezza sui luoghi di lavoro (D.lgs 81/08) e altro. Appassionato di montagna (ho insegnato alpinismo nelle scuole del CAI come Istruttore Sezionale, Regionale e Nazionale). Sono iscritto alla SAT (sez CAI).

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