Rilassiamoci! Ma ne vale la pena? Ne siamo capaci?
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Sono stati in molti coloro che mi hanno confidato di non essere in grado di fare meditazione!
Parecchi addirittura sostengono l’incapacità a rilassarsi.
Di certo ai nostri tempi non si può dire ci siano le condizioni ideali a farlo, se poi ci si affida al web è facile trovare molta confusione e perdersi nel nulla di fatto.
Siamo un po’ tutti immersi nella necessità di far fronte alle molte difficoltà giornaliere ed esistenziali non consapevoli di quello che ci sta intorno.
Cerchiamo di svolgere il nostro lavoro in modo adeguato senza spenderci troppo così da avere il tempo di fare cose più gratificanti: dedicare del tempo alla famiglia e agli amici, praticare dello sport, dedicarsi ai nostri passatempi preferiti…
La nostra spinta è sempre rivolta al rendere al meglio col minore sforzo per ottenere i migliori risultati! Questo dovrebbe essere un po’ l’obiettivo di ogni persona normale.
Le necessità, soprattutto economiche, però sono sempre maggiori e ci viene chiesto sempre di più: maggior tempo impiegato nel lavoro e più fatica, maggiori allenamenti per migliorare le prestazioni, maggior impegno nelle molte cose di tutti i giorni per mantenere il passo con gli standard che si siamo ormai creati!
Alla fine, tutto questo ci porta ad essere sempre più stanchi, stressati, nervosi, meno efficienti e disponibili alla vita serena di ogni giorno.
Ma cosa cerchiamo nella nostra vita? Cosa vogliamo veramente? Siamo davvero felici?
Tutto il nostro operato spesso ci porta alla frustrazione, coltiviamo sogni ed ambizioni e la consapevolezza di non raggiungerli, ci porta allo scoraggiamento e alla depressione! Ci sentiamo così frustrati e incapaci ed uscirne!
Uno degli atteggiamenti che spesso assumiamo è rivolto all’esterno di noi, diamo sempre la colpa ad altri:
- il datore di lavoro che ci impedisce di ottenere avanzamenti meritati e/o uno stipendio più adeguato ai nostri sforzi,
- la moglie o il marito che non ci capisce e asseconda,
- l’allenatore che non ci inserisce in squadra come titolare,
- il venditore che ci ha venduto il peggior tosaerba che potessimo possedere,
- il vicino di casa che possiede l’aiuola più bella della nostra, …