Finalmente il Rosa!
Salite d’estate! 
Gli anni passano e a girar per monti spesso si fanno sentire.
Gli acciacchi da qualche anno pesano sulle possibilità di allenamento e i propositi di salite impegnative si allontanavano piano piano.
L’obbligo imposto di non arrampicare non mi ha però precluso quest’anno la possibilità di camminare e cercare di salire in quota.
Se alcune scelte solitarie erano fattibili, non sempre le più impegnative e gratificanti lo erano. Ecco quindi che, dopo mesi di prenotazioni riesco con mio figlio a mettere in saccoccia un quasi quattromila e un quattromila di lusso: Monte Cevedale e Monte Rosa!
Se il primo, sia pur propedeutico, fu un banco di prova abbastanza riuscito, il Monte Rosa risultò un vero e non troppo banale impegno.
Dopo un primo rinvio a causa del maltempo, a fine luglio riusciamo a pernottare alla Capanna Gnifetti alla quota di 3650 metri, buon punto di partenza per il rifugio più alto d’Europa.
L’ultimo pernottamento e salita ad un quattromila, ormai di qualche anno fa mi costò un po’ di mal di testa, subito attenuato, questa volta nemmeno quello!
Evidentemente la quota giova al mio fisico, seppur da “vecchietto”! …e ne ho visto i benefici anche nei giorni seguenti, riscontrando migliori condizioni di salute e respirazione che da anni non ottenevo (effetto incremento globuli rossi?).
Dopo il pernottamento ed un po’ di addestramento effettuato a secco con mio figlio, alla sua prima esperienza con un quattromila, il giorno stabilito ci incamminiamo per la nostra meta facendoci largo tra le innumerevoli cordate presenti sulla lunga traccia verso il colle del Lys.
Nonostante la mia perplessità procediamo abbastanza spediti, superando parecchie persone, molte delle quali non hanno raggiunto la meta.
Dopo una breve sosta al colle, procediamo fino in vetta che ci fa penare un po’ verso la fine a causa delle numerose persone e della maggior pendenza.
Grande gioia abbiamo provato quando arrivati all’ingresso del rifugio ci siamo abbracciati! Non mi sono mai interessate le cime di per se, preferendo spesso accessi più ardui, magari su cime minori, ma sto riscontrando che, alla mia età non è proprio male nemmeno questo tipo di alpinismo!
Il ritorno, sia pur condito da altre salite, mi ha proiettato ormai verso la camera operatoria dove mi ricostruiranno un po’ di pezzi che nel tempo si sono deteriorati (…succede).
Giunge poi dai media l’eco di un altro “vecchio” che alla soglia dei suoi 80 anni e dopo una protesi alla gamba, affronterà i suoi due ultimi ottomila! Evidentemente c’è spazio ancora anche per me!
Mai mollare!