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Fede

Sono un eletto o uno dei tanti?

Un’infanzia povera la mia, non avevamo che il sufficiente per mangiare, eppure non mancava la preghiera. Mio padre lavorava 10, 11 a volte 12 ore al giorno in acciaieria e poi, c’erano i campi. Non aveva proprietà se non una umile casetta di tre stanze più la cantina ma, a poche lire aveva affittato un appezzamento di terreno sul quale poter coltivare la vite, un po’ di grano, patate, fagioli …

Mia madre provvedeva ai bisogni della casa concorrendo, laddove possibile, ai lavori agricoli. Eppure i miei “vecchi” si sono fatti la casa, anzi due! Rubandosi il pane di bocca e avvalendosi delle poche lire che le mie sorelle a servizio, riuscivano a portare a casa (a quei tempi sarebbe stato sufficiente che i “padroni” le dessero da mangiare! …).

Quante preghiere ha recitato mia madre nelle lunghe serate, soprattutto quando in inverno erano ancora più lunghe mentre aspettava mio padre dal lavoro in fabbrica! Immagino l’ansia e le preoccupazioni di una moglie consapevole degli innumerevoli infortuni che potevano accadere sul lavoro (e che regolarmente accadevano anche se, fortunatamente mai a mio padre)! Eppure erano felici, preoccupati, indaffarati, sempre impegnati e senza mai una lira ma felici!

Non posso nemmeno dimenticare mia sorella disabile che, mai valorizzata a sufficienza per le sue residue abilità, comunque amata, forse più di tutti!

Le serate d’inverno, caratterizzato a quei tempi da temperature assai rigide, avevano una dinamica precisa: cena presto, riscaldamento del lettone con la brace rimanente del fuoco, posta in uno scaldino e poi ad infilarsi nel lettone a scaldarsi.

Il primo ad approfittare ero io, il più piccolo, poi mia sorella che molto presto però se ne andava nel suo lettino ed infine mia mamma che, premurosa con entrambi e munita di un rosario incominciava a recitarlo e noi a risponderle.

Vennero poi gli anni della scuola, della ribellione, del lavoro, della mia famiglia e di tutto quello che la vita mi poneva innanzi.

Forse la mia fede nacque nel lettone di mia mamma? Forse fu un dono arrivato tardivamente?

Ci sono state molte occasioni per riflettere su questo concetto, così come molte opportunità per un cammino nuovo, diverso dal solito!

Eppure tutto veniva ostacolato dagli eventi, sembrava che la mia strada fosse assai lontana da quella che ora credo ormai fosse predestinata! Certo, molti episodi facevano pensare in positivo: AVIS, AIDO, volontariato, Scout, … ma io non lo sapevo e tornavo alla solita vita finché …

Che successe? Dopo anni di messaggi, molti pensieri e perplessità, giunge inaspettata l’occasione di un viaggio a Medjugorje. Ne avevo sentito parlare parecchio in anni “non sospetti” e con i miei ragazzi del Clan (Scout) c’eravamo promessi di andarci ma, a quel tempo c’era la guerra e tutto fu rinviato a tempi migliori!

Eppure, come se sembrasse un destino, quando meno me l’aspettavo, eccomi a Medjugorje! Tremavo dall’emozione già dai primi passi!

Eccomi a salire sulla collina delle apparizioni, sul monte del Krizevac a girare in lungo e in largo pregando e cercando spiritualità! Precipitarono su di me molte Grazie e la Madonna ebbe cura delle mie “fragilità”. Nonostante i miei limiti cambiai rotta, ricominciai ad andare in montagna (laddove anni prima ho rincontrato Dio), potei riprendere a correre a piedi e a rivivere la vita vera fatta anche di preghiera, frequenza parrocchiale e attività simili.

E soprattutto incominciai a lavorare meno: i miei obiettivi ora erano diversi!

Dove porterà questa via Dio solo lo sa, per ora studio teologia, prego e propongo ad altri altrettanto! Se il buon giorno si vede dal mattino, grandi frutti verranno! Lasciamo fare a Lui, di certo sa cosa sarà domani!

fiorenzo

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    fiorenzo

    Libero Professionista. Mi occupo da decenni di sicurezza sui luoghi di lavoro (D.lgs 81/08) e altro. Appassionato di montagna (ho insegnato alpinismo nelle scuole del CAI come Istruttore Sezionale, Regionale e Nazionale). Sono iscritto alla SAT (sez CAI).

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